Evoluzione del tipo nello Springer da lavoro
(di Marco Valcarenghi. Intervento tenuto al
Convegno Nazionale Razze Spaniel in Pietrasanta il 7 novembre 2004)
Mi sono reso conto che pur non ponendolo come
obiettivo di allevamento in questi ultimi anni il tipo dei nostri cani da
lavoro è grandemente migliorato per influenza dell'allevamento inglese ed anche
per merito di quello italiano.
Fino a vent'anni fa i soggetti accettabili sotto
l'aspetto morfologico erano davvero pochi e se la razza veniva ugualmente
apprezzata questo era attribuibile soltanto all'efficienza nel lavoro e alla sua
piacevolezza nel movimento.
Al giorno d'oggi tuttavia mi sono reso conto che
una buona parte dei soggetti che si possono ammirare nelle prove pur mantenendo
la scioltezza e l'efficienza di allora è nettamente migliorata sotto il profilo
morfologico mettendo in evidenza una costruzione corretta:
arti quasi (!) in a piombo, taglia più vicina allo
standard anche se la struttura generale si mantiene asciutta e vigorosa perché
i cani da lavoro devono essere essenziali.
Questo miglioramento, anche se non pianificato, si
è verificato senza che lo si ricercasse scientemente e senza incrociare le
linee di sangue da esposizione con quelle da lavoro come quarant'anni fa io
avevo sentito il bisogno di fare per alcuni accoppiamenti.
Nella maggioranza dei casi pur mantenendo il cane
da lavoro un tronco un po' allungato, che è un'antica caratteristica di razza,
è nettamente migliorata la taglia, la testa, l'espressione, l'angolazione degli
arti posteriori e si è mantenuto il movimento di coda e la briosità nella camminata
che purtroppo invece è andata persa nei cani da esposizione senza che i giudici
di esposizione richiamassero l'attenzione su tale difetto e la conseguente
perdita di una importante caratteristica che è la manifestazione del tipico
carattere dello spaniel.
Da queste osservazioni, che chiunque è in grado di
fare, e dallo studio dei dipinti, delle stampe, delle fotografie si può
ricostruire la storia dello springer e del suo tipo attraverso gli anni e ci si
può convincere che la vera impronta della razza è quella del cane da lavoro il
cui tipo non si è alterato di molto nel tempo per la semplice ragione che non è
mai stato oggetto di selezione sistematica da parte dell'uomo.
Il contrario è invece avvenuto per lo springer da
esposizione che gli allevatori hanno saputo trasformare in un bellissimo cane
in un periodo anche troppo breve (30-40 anni). Questa evoluzione tuttavia è
andata a scapito di altre caratteristiche che avrebbero dovuto rimanere profondamente
radicate nella razza per non alterarne l'essenza.
Il cane da esposizione inoltre ha affascinato
allevatori forse poco interessati alle sue doti venatorie che lo hanno spesso
allevato senza verificarlo sul terreno di caccia. E' aumentata la mole, l'importanza
della testa, si è ridotta la lunghezza del tronco ma si è perduto movimento e
carattere
che sono caratteristiche strettamente legate tra
loro.
Non parliamo poi del tipo americano selezionato
negli USA a partire dal 1930 circa su cui non voglio soffermarmi perché a mio
personale giudizio è una vera e propria aberrazione con lo scopo sottinteso di
fame una vera e propria razza diversa come già avvenuto per il cocker
americano.
Le attitudini venatorie della razza, nell'
"americano" non sono state tenute in alcuna considerazione e quindi
la variazione morfologica della razza non ha avuto vincoli di sorta. Il guaio è
che l'americano ha inquinato alcuni ceppi springer anche in Europa soprattutto
nei Paesi Scandinavi diffondendo uno dei più gravi difetti per uno spaniel: la
coda allegra portata ritta a mo' di terrier.
Ecco dunque che non è il ramo da lavoro ad aver
deviato dal ceppo originale ma proprio il contrario. Il primo infatti si è
sempre mantenuto nell'alveo della razza, con la normale evoluzione propria
delle specie domestiche, mentre quello da esposizione a partire dal 1945 circa
è andato a creare una sottospecie con caratteristiche diverse.
Attualmente lo springer sta vivendo in Italia un
momento felice e non solo per le doti di lavoro e per l'impegno di nuovi
appassionati a favore della razza ma anche perché un certo numero di soggetti emergenti
hanno caratteristiche morfologiche piacevoli che correggono i molti difetti
insiti nelle correnti di sangue
da lavoro tanto che non a torto si era diffusa l'opinione che i cani da lavoro fossero
"brutti".
Questo
miglioramento del livello morfologico dei nostri cani da lavoro mi suggerisce
la possibilità che nel tempo la razza possa progredire verso un miglior
equilibrio tra struttura, tipo e carattere senza che tale obiettivo venga
specificatamente ricercato per fame lo scopo dell'allevamento.
Lo scopo
dell'allevamento deve rimanere uno solo: il lavoro.
Il tipo
deriverà da questo ceppo e così ci consentirà un risultato duraturo e senza
ombre.
Potrebbe essere
la proposta italiana per lo Springer.